Ho trovato molto interessante lo studio di Cyrus Shepard, di Zyppy che ha messo in luce come Google sia molto attivo nela ricerca di servire il migliore snippet possibile (secondo lui) al navigatore modificando oltre il 60% dei meta titles proposti (base analisi 80mila url).
Lo studio si è basato sull’analisi di oltre 81 mila pagine e, nonostante sia chiaro a tutti che questo elemento influisca in minima parte nell’assegnazione del ranking da parte del Motore di Ricerca rappresenta una condizione comunque da considerare dato che il titolo in Serp corrisponde al primo contatto fra il sito web e il visitatore e influisce in modo molto considerevole in termini di CTR!
Questo scenario per chi si occupa di Seo è abbastanza comune ma dall’analisi di Shepard sembrerebbe che l’aggressività verso il “rewriting” del Meta Titles stia aumentando in modo molto considerevole e pare che Google non si limiti a modificare solamente questo elemento ma si sia evoluto incorporando anche elementi html addizionali per lui essenziali per rispondere alle query.
Google e il rewriting
Nella ricerca sono stati esaminati oltre 80.959 titoli di pagina da 2.370 siti web internazionali e il risultato ottenuto ha visto Google modificare fino al 61,2% dei titoli analizzati, un numero davvero consistente e che, secondo me, dovrebbe fare molto riflettere in ottica Seo.
Dallo studio sono emersi alcuni aspetti maggiormente colpiti:
- Lunghezza: titoli troppo corti o troppo lunghi;
- Titoli con ripetizione di una parola chiave;
- Utilizzo di separatori come “|” o “-“;
- Mancanza del Nome brand o del nome del sito;
- Boilerplate identici usati in molti titoli.
Scenari dove Google si diverte con il “Rewriting”
Vediamo alcuni scenari in cui l’analisi ha evidenziato un forte intervento da parte di Google.
Lunghezza dei titoli
Il Motore di Ricerca non si diverte solamente a modificare i page titles troppo lunghi ma modifica a suo piacimento anche quelli ritenuti insufficienti a soddisfare il bisogno di risposta di una specifica parole chiave.

Il grafico dello studio su oltre 80 mila pagine mostra come il Motore di Ricerca modifichi oltre il 96,6% dei “Meta Titles” composti da 1 a 5 caratteri e il rewriting rimane massivo fino a 20 caratteri (50% delle occorrenze).
Considerando invece i titoli che superano i 70 caratteri Google li modifica al 99,9%; mentre per quelli appena sopra i 60 caratteri la percentuale si abbassa al 76%.
Quindi, in base a questi dati sembra che il Motore di Ricerca lasci libero arbitrio solamente nella fascia 51-60 caratteri con una percentuale di rewriting che oscilla fra il 39 e 42%, comunque molto alta.
Come si comporta Google in presenza di [] e ()?
Molte volte capita di osservare in Serp degli snippet che hanno nei titles la presenza di parentesi tonde e quadre che in qualche modo enfatizzano o specificano una o più parole chiave o cercano di aiutare a far risaltare termini in un mare complesso come le serp.
Ad esempio:
- I migliori televisori recensiti dagli esperti [Aggiornato per il 2022]
- 6 modi per vincere a Ruzzle (+2 di bonus)
Le parentesi possono sembrare intercambiabili, ma dall’analisi Google reagisce in modo diverso.
Per le pagine che contengono parentesi [], Google ha riscritto il 77,6% dei titoli e ha rimosso completamente la porzione di testo tra parentesi il 32,9% delle volte.
Quindi un titolo che assomigliava a questo:
– Come riparare lo schermo rotto di un iPhone [testato da esperti] – Phone Fixer
è comparso nella ricerca di Google il 32,9% delle volte in questo modo:
– Come riparare uno schermo rotto dell’iPhone – Phone Fixer
Considerando invece il testo contenuto nelle parentesi tonde è andata molto meglio. Google ha riscritto questi titoli solo per il 61,9% delle volte – quasi uguale a tutti gli altri titoli e Google ha rimosso completamente la sezione di testo tra parentesi solo il 19,7% delle volte, molto meno spesso del 32,9% visto con le parentesi quadre.

Quale separatore di titolo preferisce Google?
I separatori di titolo sono elementi molto utilizzati in Serp e il loro utilizzo è diffuso e variegato; normalmente i separatori più applicati sono le frecce “>”, i due punti “:”, la pipe “|” e il trattino “-” e soprattutto gli ultimi due sono comunemente i preferiti.
Per anni, il separatore di titolo che si utilizzava era in gran parte una questione di preferenze personali.
A Google interessa quale separatore usi? Secondo l’analisi trovata su Zyppy, la risposta è quasi certamente sì.
Per i titoli che usano i trattini come separatori, Google ha riscritto e rimosso completamente i trattini il 19,7% delle volte – e presumibilmente il contenuto in mezzo.
In confronto, i titoli che usavano “|” hanno visto Google rimuovere e/o sostituirli nel 41,0% dei casi – più del doppio.
Spesso, Google ha semplicemente sostituito le “|” con un separatore diverso, tipicamente un trattino. Non sembra che l’uso di una pipe danneggi in alcun modo, ma i trattini sono sicuramente meno suscettibili di riscrittura.
Combattere le riscritture dei titoli di Google con i tag H1
Nella mia gestione dei Meta Titles cerco sempre anche per siti web di grosse dimensioni di diversificare gli H1 e i titoli per permettere ai progetti di avere una portata semantica più completa ma, dall’analisi di Shepard, sembrerebbe che questo scenario inviti Google a fare la riscrittura dei meta titles.
Per esempio, nell’analisi quando le “|” sono usate come separatori, Google ha riscritto i titoli per il 41% delle volte. Ma quando questi separatori sono stati inclusi anche nel primo tag H1, oltre che nel titolo, la riscrittura di Google si è dimezzata al 20,6%.

Un altro esempio: le pagine che contenevano almeno un numero (1-9, 2022, 7a, ecc) nel tag del titolo, ma nessun numero nel H1, hanno visto i loro titoli riscritti senza numeri il 25,8% delle volte.
Al contrario, sulle pagine in cui sia il titolo che l’H1 contenevano un numero, Google ha incluso un numero nel titolo uno scioccante 97,3% delle volte. In altre parole, quando i numeri sono stati inclusi anche nell’H1, Google ha riscritto i titoli senza parti numeriche solo il 2,3% delle volte.
Quindi dallo studio, per diminuire drasticamente la possibilità che Google riscriva il tuo titolo, far corrispondere l’H1 al tag del titolo sembra essere una strategia efficace.
Conclusioni
Come detto in apertura questa analisi apre a nuovi scenari e considerazioni nella gestione dei meta titles e personalmente mi fa molto riflettere su quali siano le strategie migliori per la loro gestione. Quello che mi sento di consigliare è di non stravolgere i titoli e gli H1 per la paura di un rewriting da parte di Google ma usare sempre la migliore combinazione semantica tra contenuto della pagina e titolo.
Troppe volte ci si adegua ai bizzarri capricci di Google e ancor di più innumerevoli volte i dietrofront del Motore di Ricerca hanno destabilizzato regole appena inserite. Una best practice è quella di controllare per ogni singolo progetto se questo scenario si concretizza e solamente in quel caso metterci mano senza fasciarsi la testa a priori. Ricorda che l’analisi su così tante pagine è notevole ma è solamente un minimo campione di un mondo in cui si processano milioni di elementi al secondo. La via più corretta per un’ottimizzazione Seo è quella di avere sempre monitorata la Search Console per confrontare i CTR delle query e comprendere quando il rapporto fra Impression e Click è troppo sbilanciato in negativo. Se il CTR è troppo basso allora è il momento di intervenire confrontando lo snippet proposto dal sito e quello presente in Serp; nel caso di rewriting sarà tuo compito proporre una soluzione semantica più adeguata al Motore di Ricerca e segnalare con un ping l’aggiornamento.
Articolo originale: https://zyppy.com/blog/google-title-rewrite-study/